Buongiorno a tutti i nostri cari e fedeli utenti virtuali!
Oggi vi condurremo verso il meridione d’Italia, continuando il nostro viaggio ideale seguendo le direttrici delle intense relazioni economiche che il Comune di Ascoli stabilì tra medioevo ed età moderna, grazie alla posizione al confine con il Regno delle Due Sicilie.
Il documento che vi proponiamo è una lettera dell’imperatore Carlo V e di sua madre Giovanna, inviata da Bologna il 15 febbraio 1530, con cui, accogliendo la richiesta dei “devoti e diletti” uomini e comunità di Ascoli, “gratiose inclinati” nei loro confronti, si confermano i privilegi, grazie ed indulti già concessi dai sovrani predecessori, per compensare fedeltà, devozione e meriti manifestati verso i sovrani e la casa d’Aragona, nonché i pericoli, le spese e le fatiche sopportati dalla città per tale causa.
La concessione fa riferimento al rilevante ruolo del Comune di Ascoli, ed al credito goduto, fin dal sec. XIV interlocutore privilegiato dei re di Sicilia, di cui si conservano le attestazioni delle ripetute concessioni di libera circolazione e commercio nel Regno, in particolare in Abruzzo e Puglia, con sicurezza ed esenzione dai dazi, soprattutto per importare frumento e condurre armenti al pascolo.
Il documento, in pergamena, reca la firma autografa in spagnolo “YO EL REY” (Archivio Storico del Comune di Ascoli, Archivio Segreto Anzianale, perg. L-III-1).
Il sigillo cereo pendente da filo serico, circolare, di notevoli dimensioni, integro, elegante, di solenne ed accurata figurazione, rappresenta: su una faccia i due sovrani al centro, ed intorno la scritta in grafia maiuscola “IOHANNA ET CAROLUS DEI GRATIA REGES HISPANIARUM UTRIUSQUE SICILIE IERUSALEM NAVARRE “; sul verso l’immagine del re a cavallo, ed intorno la scritta “CAROLUS DIVINA FAVENTE CLEMENCIA ROMANORUM IMPERATOR SEMPER AUGUSTUS REX GERMANIE”.
Arrivederci a tutti al prossimo appuntamento!